calendario d’avvento riparatore
Una mia amica mi ha rimproverato perché non disegno più nulla, ma il fatto è che quest’anno tutto il mio tempo libero va alle mappe di VeronicaRoute. Però, pentita, ho deciso di ripristinare almeno il link al mio vecchio Calendario d’Avvento (che spero funzioni ancora: l’ho realizzato quasi 10 anni fa).
Intanto Buon Avvento!
attendendo Natale 4
Alcuni critici hanno osservato che in inverno gli angeli non potevano incontrare in aperta campagna e di notte greggi e pastori. In realtà nell’ebraismo tutto è soggetto alle norme di purità e i giudei distinguono tre tipi di greggi. Il primo, composto da sole pecore dalla lana bianca: considerate pure, possono rientrare, dopo i pascoli, nell’ovile del centro abitato. Un secondo gruppo è, invece, formato da pecore la cui lana è in parte bianca, in parte nera: questi ovini possono entrare a sera nell’ovile, ma il luogo del ricovero deve essere al di fuori del centro abitato. E un terzo gruppo è formato da pecore la cui lana è nera, animali che, ritenuti impuri, non possono entrare né in città né nell’ovile neppure dopo il tramonto, e sono quindi costretti a rimanere all’aperto giorno e notte, inverno e estate.
Questo significherebbe che le pecorelle portate in dono a Gesù erano tutte nere. Comunque, anche l’immagine che Gesù utilizza nel racconto del ritorno del Figlio dell’uomo “Egli separerà tutti i popoli della terra come il pastore separa le pecore dalle capre” (Mt 25), fa riferimento alla divisione serale delle greggi miste, quando le capre, meno provviste di grasso, erano separate dalle pecore per essere portate al riparo; mentre le pecorelle passavano la notte all’aperto vegliate dai pastori.
E, anche il riferimento di Luca ai “turni di guardia” indica che era una lunga e fredda notte invernali (Betlemme è ubicata a 800 metri sul livello del mare).
Michele Loconsole, La storia conferma la nascita di Gesù il 25 dicembre
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Haiti, presepe sottoterra
Salva i tuoi figli, Maria
Ho disegnato tanti cani perchè mi han colpito le foto delle loro partenze da tutto il mondo alla ricerca dei superstiti sotto le macerie.
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arrivederci
Un salutino a Gesù Bambino prima che i pastorelli, come novelli Noè, conducano le loro pecorelle di plastica insieme agli angeli e ai magi nello scatolone dei doni.
Ecco io faccio una cosa nuova
prima di oggi non l’avevi udita.
perchè tu non dicessi “già lo sapevo”.
Quando nel 550 a.C un ignoto* ebreo in esilio a Babilonia consolò i suoi compagni con queste parole chi avrebbe pensato che saremmo stati capaci almeno di riconoscere la cosa nuova?
E che dopo duemila anni sarebbe stato ancora così nuovo questo mistero fra tutti i misteri il più gentile.
E per la mia gente e per me, dopo tanti anni, ancora così nuovo, questo mistero tra tutti il più grazioso.
* Non sappiamo chi fosse e non ha nome, ma poichè le sue parole sono state aggiunte da successivi redattori a quelle di Isaia, viene chiamato da ebrei e cristiani Secondo Isaia.
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