winnie the pooh
Per far uscire questo grassoccio piccione dalla casetta di Robin il pettirosso ho dovuto versargli una caraffa d’acqua sulle penne della coda.
vita!
Ieri anche il piccolo Robin II è partito per il Nord.
Quando i pettirossi sono tornati a Milano, nel mio cortile c’erano i ponteggi e Robin il pettirosso dello scorso anno non si è fermato. Credo che gli operai declassino un po’ un giardino, e qui alla fine è arrivato il pettirosso più timido e magrolino della città.
Non so il perché comunque il pettirosso diventa subito il preferito. Non è né il più intelligente, né il più affezionato, eppure vedo che non solo io ma tutti tendiamo a preferirlo. Forse col loro essere così solitari e schivi ci ricordano la nostra condizione di stranieri, o forse è quel loro incredibile lampioncino rosso col quale credono di spaventare tutti.
Alla fine anche Robin II mi ha concesso la grazia della sua fiducia, e si è abituato a materializzarsi (i pettirossi sono velocissimi, non fanno alcun rumore e passano tra i rami senza muovere alcuna foglia, sono come hobbit nei boschi) se lo chiamavo. Non sono mai riuscita a fotografarlo perché l’obiettivo della macchina lo spaventava. In questi giorni cantava davanti alla mia finestra e quando canta così significa che ha nostalgia delle montagne.
E ieri Robin II non si è più presentato; gli uccellini più graziosi di Milano sono partiti, chissà se si trovano alle porte della città per poi viaggiare insieme?
Ma ieri, per la prima volta dall’inverno, Black non ha mangiato tutto quello che mi ha chiesto ed è volato via con una camola nel becco: significa che si sono aperte le uova ed è diventato un’altra volta papà, evviva!
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birdgarden diary
Evviva ottobre che riporta sani e salvi i pettirossi in città!
Oggi un canto diverso mi ha fatto uscire dalla mia tana e nel macchione verde dell’oleandro ho visto acceso il pancino rosso di Robin. Mi è sembrato più magretto e aveva la voce un po’ roca, ma che bel momento!
Purtroppo non si è fermato qui, come non si sono fermate le cinciarelle che son tornate domenica. Ma stanno rifacendo la facciata della casa, e i ponteggi, una squadra di imbianchini aggrappata alle inferriate e i lattonieri sul tetto, sconsiglierebbero la sosta a qualsiasi uccellino, sigh. Confido che torneranno quando se ne andranno tutti gli operai.
Invece, per completare il quadro, una famiglia di cinciallegre non è mai partita, facevano tutti i giorni il bagnetto per rinfrescarsi. Black il merlo, forse per gli operai, forse per una lotta perduta coi piccioni, ha abbandonato il mio portichetto, e lo sento solo cantare. Oggi però l’ho intravisto dentro il tasso mentre osservava Robin.
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ciao, piccolo Robin
Alba silenziosissima senza Robin il mio amico pettirosso (era tornato nel mio giardino il 4 novembre, ha cantato tutte le mattine per quasi 5 mesi, che meraviglia!).
Da due giorni cantava a pieni polmoni ma non passava a chiedermi i pinoli. Da febbraio cantava tutto il giorno, dapprima canterellava a becco chiuso sull’oleandro poi forte sul faggio. Mi sei mancato stamattina, Robin, soldino di cacio!
Gesù ha detto che Dio si preoccupa dei passeri che si vendono per due soldi, spero tanto che protegga dalle reti e dalle aquile il tuo viaggio verso le montagne (chissà dove vai? papà dice in un bosco vero a mangiar pinoli trovati nelle pigne e non più nei sacchetti).
Ti auguro di trovar sempre ragnetti e grassi vermi nei tuoi saltelli tra i cespugli.
Oggi per riguardo a te e per nostalgia ho dato da mangiare non solo pinoli a Black e noccioline alle cince ma anche una fetta biscottata ai piccioni. Non ci potevano credere! Ormai mi venerano!
Fra un po’ l’oleandro si riempirà di fiori per farmi dimenticare come è più bello quando i colori sono anche capaci di volare e di tenermi d’occhio! Ma questo silenzio triste mi fa più chiaro quanto è sbagliato l’attacco in Libia, che Gesù abbia pietà di noi e ci perdoni.
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2 amici!
Il pettirosso apprezza moltissimo il mio cartone del latte travestito da mangiatoia per uccellini.
Viene al mattino presto, a mezzogiorno e alla sera. Ma mi capita di vederlo un po’ ad ogni ora.
Dicono che sia prepotente, ma sul mio oleandro sono più prepotenti le cinciallegre.
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