vita!
Ieri anche il piccolo Robin II è partito per il Nord.
Quando i pettirossi sono tornati a Milano, nel mio cortile c’erano i ponteggi e Robin il pettirosso dello scorso anno non si è fermato. Credo che gli operai declassino un po’ un giardino, e qui alla fine è arrivato il pettirosso più timido e magrolino della città.
Non so il perché comunque il pettirosso diventa subito il preferito. Non è né il più intelligente, né il più affezionato, eppure vedo che non solo io ma tutti tendiamo a preferirlo. Forse col loro essere così solitari e schivi ci ricordano la nostra condizione di stranieri, o forse è quel loro incredibile lampioncino rosso col quale credono di spaventare tutti.
Alla fine anche Robin II mi ha concesso la grazia della sua fiducia, e si è abituato a materializzarsi (i pettirossi sono velocissimi, non fanno alcun rumore e passano tra i rami senza muovere alcuna foglia, sono come hobbit nei boschi) se lo chiamavo. Non sono mai riuscita a fotografarlo perché l’obiettivo della macchina lo spaventava. In questi giorni cantava davanti alla mia finestra e quando canta così significa che ha nostalgia delle montagne.
E ieri Robin II non si è più presentato; gli uccellini più graziosi di Milano sono partiti, chissà se si trovano alle porte della città per poi viaggiare insieme?
Ma ieri, per la prima volta dall’inverno, Black non ha mangiato tutto quello che mi ha chiesto ed è volato via con una camola nel becco: significa che si sono aperte le uova ed è diventato un’altra volta papà, evviva!
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