Vita

poeta2

Posted in l'io, new by raffack on 19 agosto 2010

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Di fronte a

questo oggetto di conoscenza,

gli occhi del poeta

si incendiano

di curiosità,

di simpatia,

di approvazione, perché nel fenomeno

vede qualcosa che garberebbe avere anche a lui,

mentre essendo

piccolo poeta quindicenne

non l’ha ancora così.


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Luigi Giussani, Si può (veramente) vivere così?

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poeta1

Posted in l'io, new, prosa by raffack on 18 agosto 2010

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Il contenuto
dell’esperienza
è la realtà.

Un uomo è innamorato
della tal ragazza: questo è un fatto,
è un fenomeno.

Il poeta va in giro con le mani in tasca
e giunge a questo fatto.

Questo fatto entra sotto il giro d’orizzonte dei suoi occhi,
cioè entra dentro l’ambito del suo conoscere.
Siccome è un fenomeno reale, diventa oggetto di conoscenza.

Questo è l’inizio del fenomeno, ma non è tutto.

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Luigi Giussani, Si può (veramente?!) vivere così?

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pond

Posted in l'io, new, prosa by raffack on 15 agosto 2010

Tutto ciò che esiste si riflette nella conca apparentemente piccola, ma così intensamente luminosa da essere tendenzialmente infinita, della nostra coscienza presente.

Luigi Giussani, Si può (veramente?!) vivere così?

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giacobbe2

Posted in l'io, new, poesia, tempo by raffack on 13 agosto 2010

come l’occhio

che della sua chiara sostanza impregna la realtà

e la trasforma –

anche se non la libera mai dal battito del tempo umano.

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Ma quando questa realtà, con tutto il suo peso,

si piega su di me, e mi piomba addosso

allora si riempie di pensiero e scende su quel fondo dell’uomo

su cui cammino di rado, che invero non conosco,

(pur sapendo che oltre quello non posso scompormi perché la visione e l’Oggetto totale hanno quell’abisso.)

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Di rado ne discuto ma sempre ne traggo conclusioni

Sul peso specifico del mondo e sulla mia stessa profondità.

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Karol Wojtyla, Il sapore del pane, PENSIERO – STRANO SPAZIO

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giacobbe

Posted in l'io, new, poesia, tempo by raffack on 12 agosto 2010

Eppure, sulle strade egli ha un suo ritmo
che di continuo lo bracca e distrae dal suo lavoro più profondo,
ed a metà lo rivela, a metà lo lascia in ombra
non dire che, come la linea d’orizzonte, esso sempre lo allontana dalla sua grandezza, chiusa nello stretto dei giorni.
Quel ritmo tutto l’avvolge come un vasto contorno
e non potrai strapparglielo. In lui è troppo radicato.
io credo tuttavia che l’uomo soffra per mancanza di visione.

Se soffre per mancanza di visione – deve allora aprirsi la strada fra i segni
fino a ciò che gravita dentro e che matura come frutto nella parola.

Karol Wojtyla, PENSIERO – STRANO SPAZIO

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