presepe di china
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canto di Natale
Il Racconto di Natale di Dickens è tra i primi libri che ho illustrato, appena uscita dall’Istituto d’arte, circa un millennio fa, e mi piace molto. Il film di Zemeckis mi ha lasciato un po’ d’amaro in bocca (però Londra è bella e il film è fedelissimo al racconto).
Il libro è tutto un seguito di descrizioni di persone, botteghe, cose, colori, sguardi, emozioni, mosse. L’autore dice che si innamorerebbe – se potesse – di una decina dei personaggi che attraverso porte, finestre e pareti per pochi istanti ci mostra (peccato che, dovendo tagliare, Zemeckis preferisce sempre il difetto a scapito dell’amabilità, ma pazienza, è la moda). E io ho sempre pensato che Scrooge, avendo avuto la possibilità di riguardare tutta la sua vita da questa prospettiva nuova, avesse capito che l’unica cosa che conta è l’esser buoni, e l’angoscia di fronte alla sua tomba mi pareva fosse disperazione di non aver più la possibilità di cambiare.
Nel film mi ha sorpreso che possa essere il terrore della morte a far ravvedere Scrooge. Forse è una domanda che Zemeckis ha, ma certo qui la morte domina più di quanto Dickens narri. Come nella fine del secondo spirito: nel libro, invecchiato nell’arco della notte, lo spirito esce di scena dopo l’accusa sulla città egoista; qui, come un qualsiasi mago cattivo che ha giocato con l’immortalità lo vediamo morire e trasformarsi da cadavere in scheletro per poi svanire in polvere (che sia stato un cattivo spirito?, si può chiedere uno spettatore).
Ma l’altra sera, per la prima volta mi son chiesta – se così fosse, se tutto finisse nello stomaco di questa orrenda morte/tempo che insegue e spiana uomini e spiriti – che cosa mai a questo demone orribile potrebbe importare se in vita gli uomini si son comportati bene o male?
Scrooge è dipinto come un uomo intelligente, penso che sia più probabile che a fargli cambiare idea e vita sia stato l’affetto per Tiny Tim.
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guerra
Sono nata quarta femminuccia ma, anno dopo anno, è arrivata un’orda di vandali che ha messo fine alla mia pace. A mia madre chiedevo: «Perché hai fatto i maschi?», ma ero incuriosita anche da un altro problema: mi chiedevo quando e attraverso quale magia i maschi (che disdegnavano qualsiasi lettura ed erano sempre intenti a far rumore e danni) si trasformavano in papà che sapevano il nome degli uccelli, degli alberi, delle montagne e che sapevano costruire ed aggiustare praticamente tutto…
Ci vorrebbe questa magia per l’Italia che sta perdendo verità e bontà, visto che ogni tentato rimedio non ha ottenuto che il renderci ancora più ingiusti.
P.S. La risposta alla mia domanda non l’ho mai avuta: ho lasciato i miei fratelli che erano ancora vandali della peggior specie e ora quando torno a casa li trovo papà.
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Ahi Serva Italia, di dolore ostello, …
L’inferno di Topolino, di Guido Martina e Angelo Bioletto
Sul sito Disney c’è tutto il racconto diviso in 3 PDF: inizio, limbo, vanitosi, golosi, …; seconda parte con gli iracondi; finale con bugiardi, giornalisti e Ugolino, l’arbitro venduto.
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